“Le difficoltà dell’atleta riguardano spesso: la distrazione, la difficoltà a restare concentrati e la gestione dell’ansia.
Spesso genitori, allenatori, maestri si limitano a rispondere a queste esigenze dicendo al proprio figlio/ allievo di “calmarsi”.
Quindi risposte poco utili che lasciano l’atleta solo di fronte alle sue difficoltà.
![“Dimmi ed io dimentico, insegnami ed io ricordo, coinvolgimi ed io IMPARO” B. FRANKLIN](https://www.sslazioscherma.com/wordpress/wp-content/uploads/2016/07/concentrazione.jpg)
Esistono invece delle tecniche molto semplici che, una volta imparate, lo stesso atleta può mettere in atto autonomamente, sulla respirazione (training autogeno/esercizi psicosintesi) e sull’allenamento ideomotorio, che possono ad hoc intervenire in situazioni di difficoltà, disagio e blocco dell’atleta.
A volte non basta sapere dove e perchè si è sbagliato…e con un colpo di spugna andare avanti e non preoccuparsi.
Molto spesso i genitori e tecnici non sanno più cosa dire all’atleta frustrato, che continuerà a pensare alla delusione e a non proseguire la gara con la giusta concentrazione.
Gli atleti non cambiano e non migliorano applicando frasi pratiche:
“Se sei agitato….calmati”
“Se sei distratto…concentrati”
“se sei depresso…pensa positivo”.
“Bisogna invece allenare a reagire positivamente agli errori, insegnando a bloccare le reazioni comportamentali dannose e sollecitando quelle utili al gioco /gara.” (A. CEI)
L’allenamento completo dell’atleta quindi non può basarsi esclusivamente solo su un piano tecnico e fisico, la componente mentale è il MOTORE capace di far decollare il tutto o definitivamente arenare.”
a cura della Dr.ssa Daniela Olivieri
Psicologa-Psicoterapeuta
Consulente Tecnico e Perito Forense
Mental Coach