Scuola di Scherma
 
L’ECCELLENZA DELLO SPORT NEI CASTELLI ROMANI: I VENT’ANNI DELLA LAZIO SCHERMA ARICCIA

L’ECCELLENZA DELLO SPORT NEI CASTELLI ROMANI: I VENT’ANNI DELLA LAZIO SCHERMA ARICCIA

La Scuola di Scherma “Emmanuele F.M. Emanuele” della Società Sportiva Lazio Scherma Ariccia festeggia i vent’anni di successi sulle pedane nazionali ed internazionali, allori conquistati grazie al talento di tanti schermidori dei Castelli Romani.

Correva l’anno 1997 quando l’attuale Presidente Mario Castrucci, in possesso di una sana e creativa incoscienza, fondò presso il Palaghiaccio di Ariccia una realtà oggi di spicco per la scherma italiana.

Abbiamo chiesto al Presidente Castrucci di raccontare la nascita della Società e di illustrare i progetti più importanti realizzati e da realizzare:

  • Come è nata l’idea di portare la scherma ad Ariccia?

“Nel lontano 1997 su impulso di Gemma Visentin e Angelo Trombetta, spronato da mio figlio Vincenzo, ho fondato il Club Scherma Ariccia, sfruttando le potenzialità del Palariccia, già all’epoca non più funzionante come palaghiaccio. Successivamente siamo entrati a far parte della Polisportiva Lazio, quale sezione scherma”.

  • Aveva esperienza sportiva?

“Sì, ho un passato importante nel Rugby, da giocatore, allenatore e dirigente; mi sono avvicinato alla scherma quando i miei figli hanno espresso il desiderio di praticare questo sport; ho fondato con altri soci la Polisportiva Cocciano e sono stato impegnato con il Club Scherma Roma come direttore generale”.

  • Il Palariccia è ancora la vostra sede operativa?

“Nel Palariccia abbiamo installato ben quindici pedane, ed è una delle sale di scherma più attrezzate e funzionali d’Italia. Nel corso degli anni, abbiamo sempre organizzato sei o sette eventi a carattere regionale, interregionale, nazionale, ma anche le prime prove di Coppa del Mondo di sciabola maschile e femminile, che hanno visto la presenza di oltre venti rappresentative nazionali tra le più celebri dei cinque continenti. Annualmente portiamo a gareggiare nella nostra sala di scherma oltre duemila atleti, circa mille tecnici, senza contare gli spettatori.

  • Chi è Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha dato il suo nome alla vostra scuola di scherma?

“Conosco personalmente il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele da quando, in qualità di Presidente, mi chiamò nel 1991 a ricoprire le mansioni di Direttore generale del Club Scherma Roma; per cinque anni sono stato il suo uomo di fiducia, avendo modo di apprezzarne le qualità umane.

Sul sito della Fondazione Terzo Pilastro è presente una biografia aggiornata, ma molto brevemente posso dire che è uno dei massimi esperti di economia finanziaria, è stato un valente schermidore ed ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti prestigiosi, come l’ultimo recentissimo: è stato infatti eletto membro italiano onorario della FIE (la Federazione Internazionale di Scherma). Prima di lui onore concesso solo a Marcello Baiocco ed a Cesare Salvadori. Ritengo sia un esempio di vita e di opere da imitare per i nostri ragazzi”.

  • Abbiamo dato uno sguardo all’albo d’Oro della Lazio Scherma, come avete realizzato tutte quelle vittorie?

“I meriti sono da distribuire equamente fra i moltissimi genitori che si sono improvvisati dirigenti nel corso degli anni, fra i tecnici, tra i più bravi nel mondo, ma soprattutto i meriti sono di quei ragazzi che si sono impegnati al massimo nella scherma e non solo. Moltissimi sono riusciti brillantemente nella vita, realizzando importanti percorsi di studio universitario”.

  • La vittoria che più è rimasta nel suo cuore?

“Ricorderò sempre la prima vittoria, ottenuta dopo pochi mesi di attività da Andrea Pinazzi nel Campionato del Lazio Under14 di sciabola; Andrea era allora un promettente atleta, oggi è Docente all’Università di Salerno. Non ci siamo mai fermati, abbiamo vinto oltre 100 titoli di Campione del Lazio, circa 60 titoli di Campione d’Italia, numerosi titoli di Campione d’Europa, del Mondo e dei Giochi del Mediterraneo”.

  • Quali sono i nomi dei più vincenti tra i ragazzi ariccini?

“Dieci atleti provenienti dal nostro vivaio vestono oggi i colori dei più prestigiosi gruppi sportivi militari: gli sciabolatori Luca Iacometti, Enrico Berrè, Fabio Bianchi, Sofia Ciaraglia, Camilla Fondi, Gabriele Foschini, Paola Guarneri, Giacomo Mignuzzi, Stefano Scepi e il fiorettista Damiano Rosatelli; a questi voglio aggiungere Daniele Biaggi, Marta Ciaraglia, Nicola Possenti e la spadista Susan Maria Sica”.

  • Che posizione occupate nei valori nazionali e quanti sono attualmente gli schermidori della Lazio Scherma?

“Dopo solo quattro anni di attività eravamo già tra le prime dieci società in Italia, nel 2014 eravamo tra le prime cinque, posizione che abbiamo mantenuto fino a giugno 2017, il tutto sempre con poco più o poco meno di duecento allievi, chi ci precede annovera però oltre trecento schermidori, questo è il nostro tallone d’Achille”.

  • Siete una realtà importante nel panorama schermistico italiano, svolgete anche attività a favore dei disabili?

“Sì, questa è sicuramente la nostra più splendida vittoria, il nostro Statuto prevede infatti lo svolgimento di attività agonistica di alta specializzazione, ma anche attività gratuite a favore di disabili mentali e fisici e di ragazzi provenienti da famiglie in disagiate condizioni economiche.

Ci avvaliamo del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e del Comitato Italiano Paralimpico, senza i quali rimarrebbero solo sogni sulla carta e nulla davvero potremmo realizzare”.

  • Quali sono i vostri progetti?

“L’obiettivo del Consiglio Direttivo, composto dai miei figli Elisabetta e Vincenzo e da Gina Trombetta, è mantenere un alto livello tecnico, ma senza dimenticare l’impegno a favore dei meno fortunati.

Intendiamo quindi rispettare la nostra tradizione: continuare a cercare e crescere talenti, aiutandoli a centrare il risultato, investire nei settori sciabola e spada ed incrementare il nostro impegno per sviluppare ulteriormente il settore dei diversamente abili, per far sì che tutti coloro che lo desiderano, possano avvicinarsi a questo sport, per esprimere tutte quelle potenzialità che ancora non conoscono”.