Scuola di Scherma
 
LA SCHERMA NEL TRONO DI SPADE

LA SCHERMA NEL TRONO DI SPADE

IL TRONO DI SPADE (1 – IL GRANDE INVERNO)

Capita spesso, leggendo libri dal sapore fantasy, di imbattersi in assalti di scherma…

[…] «Arya, che intenzioni avevi con questo… Ago? Chi speravi d’infilzare? Tua sorella? Septa Mordane? Cosa sai dell’arte della scherma
La sola cosa che ad Arya venne in mente fu quanto le aveva detto Jon. «Infilzali con la punta» farfugliò.

Suo padre represse una risata. «Immagino sia effettivamente quello lo scopo finale.» […]

[…]

«Alto!» Syrio Forel lanciò l’avvertimento nell’attimo stesso in cui mirava alla testa di lei. Arya parò, le spade di legno sbatterono:clack!
«Sinistra» gridò lui, e la sua lama arrivò fischiando. Quella di lei volò a incontrarla. Ilclack! delle spade fece sbattere i denti di lui.
«Destra» disse lui e: «Basso» e: «Sinistra» e: «Sinistra» di nuovo, sempre più veloce, avanzando. Arya arretrò, parando ogni colpo.
«Affondo» avvertì Syrio protendendosi, ma Arya si spostò di lato, deviò la spada di lui e contrattaccò alla spalla. Quasi lo colpi. Quasi. Così vicino da strapparle un sorriso. Una ribelle ciocca di capelli, fradicia di sudore, le ricadeva sugli occhi. La scostò con un rapido gesto.
«Sinistra» avvertì Syrio. «Basso.» La sua spada era un’ombra evanescente e la sala piccola della
Fortezza Rossa riecheggiava diclack! clack! clack! «Sinistra. Sinistra. Alto. Sinistra. Destra. Sinistra. Basso. Sinistra!»
La lama di legno colpì Arya in alto sul petto, una puntura dolorosa che la ferì ancora di più perché era  giunta dalla parte sbagliata.
«Aaah!…» gridò. Quando fosse andata a dormire, chissà dove in mezzo al mare, avrebbe avuto un nuovo livido. “Un livido è una lezione” ripeté a se stessa. “E ogni lezione ti rende migliore.”
Syrio fece un passo indietro. «Sei morta.»
«Hai barato!» Arya fece la faccia feroce. «Hai detto sinistra e hai colpito a destra.»
«Difatti, così. E adesso tu sei una ragazzina morta.»
«Ma tu hai mentito!»
«Le mie parole hanno mentito. I miei occhi, il mio braccio hanno gridato il vero. Sei tu che non hai visto.»
«Ma sì, invece. Ti ho guardato ogni secondo!»
«Guardare, mia ragazzina morta, non significa vedere. Il danzatore dell’acqua vede. Vieni, metti giù la spada, adesso è tempo di ascoltare.»
Lo seguì fino alla parete, sedette al suo fianco su una panca. «Syrio Forel era il primo spadaccino del Signore del mare della città libera di Braavos. Tu sai come questo è accaduto?»
«Eri la migliore lama della città.»
«Difatti, ma perché? Altri uomini erano più forti, più rapidi, più giovani. Per quale ragione Syrio Forel era il migliore? Ora io te lo dirò.» Sollevò la punta del mignolo a toccare la propria palpebra. «Saper vedere, saper vedere la verità: questo è il cuore della risposta.»

«Ascolta, piccola. I vascelli di Braavos solcano i mari fin dove li portano i venti. Raggiungono terre lontane e prodigiose. E al loro ritorno, i capitani riportano indietro strani animali per i serragli del Signore del mare. Animali che mai tu hai visto: cavalli con le strisce, grandi cose maculate dai colli lunghi e sottili come trampoli, pelosi topi-maiale grossi come vacche, manticore velenose, tigri che trasportano i loro piccoli entro tasche sul ventre, terribili lucertole che camminano, con artigli a forma di falce. Tutto questo Syrio Forel lo ha visto.
«Nel giorno del quale ti sto parlando, il primo spadaccino era morto da poco, così il Signore del mare mi mandò a chiamare. Molti, braavosiani gli si erano presentati, e altrettanti lui ne aveva mandati via. E nessuno sapeva spiegarsi il perché. Quando io arrivai al suo cospetto, egli era seduto e sulle ginocchia aveva un grasso gatto giallo. Mi disse che quella bestia gli era stata portata da uno dei suoi capitani, da un’isola al di là dell’alba. “Hai mai visto qualcosa di simile a lei?” mi chiese.
«E a lui io risposi: “Ogni notte, nei vicoli di Braavos, ne vedo mille come lui”. Il Signore del mare rise, e quel giorno io fui nominato primo spadaccino.»
Arya fece una faccia perplessa. «Non capisco.»
«Quel gatto era un gatto qualunque» spiegò Syrio. «Niente di più. Gli altri si aspettavano un animale fiabesco, e fu quello che videro. “Ma quanto è grossa” dissero. Invece non era affatto più grosso di qualsiasi altro gatto, era solo più grasso a causa della sua indolenza perché il Signore del mare lo nutriva alla propria mensa. “Ma che orecchi piccoli” dissero. Invece gli orecchi erano stati morsi in combattimenti con altri gatti. Era chiaramente un gatto maschio, ma il Signore del mare disse “lei”. E fu questo che gli altri videro.»
Arya ci pensò su qualche momento. «Tu hai visto solo quello che c’era da vedere.»
«Difatti. Apri gli occhi: non avrai bisogno di nient’altro. Il cuore mente, e la testa gioca strani scherzi, ma gli occhi vedono la verità. Vedi con i tuoi occhi. Ascolta con i tuoi orecchi. Assaggia con la tua bocca. Annusa con il tuo naso. Senti con la tua pelle. Dopo tutto questo viene il pensiero, solo dopo, e in tal modo potrai conoscere la verità.»
«Difatti» sogghignò Arya.
Syrio Forel si concesse un sorriso. «Penso che quando raggiungeremo il tuo Grande Inverno, sarà anche il momento di metterti in mano quel tuo… Ago.»
«Sì!» Arya era estasiata. «Aspetta che mostri a Jon come…»
Alle sue spalle, le grandi porte di legno della sala vennero aperte di schianto. Arya girò su se stessa.
Un cavaliere della Guardia reale era fermo sulla soglia, cinque armati Lannister alle sue spalle. Era in piena armatura, ma aveva la celata dell’elmo sollevata. Ad Arya tornarono in mente quegli occhi slavati, quei baffi spioventi color ruggine. Era uno dei cavalieri giunti a Grande Inverno al seguito del re: ser Meryn Trant. Le cappe porpora alle sue spalle indossavano maglia di ferro su tunica di cuoio ed elmetto d’acciaio sormontato dal leone.
«Arya Stark» disse il cavaliere. «Vieni con noi, piccola.»
«Che cosa volete?» Piena d’improvviso timore, Arya si mordicchiò il labbro.

«Tuo padre vuole vederti.»
Arya fece un passo avanti, ma Syrio Forel la fermò trattenendola per un braccio. «Per quale ragione lord Eddard Stark manda uomini Lannister al posto dei propri? Toglimi questa curiosità.»
«Non immischiarti, ballerino» rispose ser Meryn. «Questo non ti riguarda.»
«Mio padre non manderebbe te» disse Arya impugnando la sua spada di legno. Le guardie Lannister si fecero una risata.
«Metti giù il tuo stecchetto, piccola» la ammonì ser Meryn. «Io sono un confratello della Guardia reale, le Spade bianche.»
«Anche lo Sterminatore di re lo era quando ha assassinato il vecchio re Aerys» replicò Arya. «Se io non voglio venire con te, non vengo.»
Ser Meryn Trant ne ebbe abbastanza. «Prendetela!» ordinò abbassando la celata dell’elmo.
Tre guardie avanzarono, le cotte di maglia di ferro che tintinnavano lievemente a ogni passo. Di colpo, Arya ebbe paura. “La paura uccide più della spada” si disse per rallentare il martellare del cuore. Syrio Forel si mise in mezzo facendole scudo e tamburellando
la spada di legno contro lo stivale. «Fermi dove siete! Siete uomini o cani per minacciare una bambina?»
«Fuori dai piedi, vecchio» intimò uno dei mantelli porpora.
La spada di legno sibilò, picchiò dritta contro il suo elmo. «Io sono Syrio Forel, e tu ti rivolgerai a me con molto più rispetto.»
«Bastardo pelato.» L’armigero sfoderò la spada lunga. Il bastone si mosse di nuovo, con velocità tale da non poter essere seguito da occhio umano. Arya udì un sonoro crack! quando la spada lunga sbatté sul pavimento di pietra. «Le dita!» La guardia emise un urlo e si massaggiò le dita spezzate.
«Sei svelto, per un ballerino.» riconobbe ser Meryn Trant.
«E tu sei lento, per un cavaliere» rilevò Syrio.
«Uccidete il braavosiano e portatemi la bambina» comandò il cavaliere nell’armatura bianca.
Quattro guardie Lannister sfoderarono le spade. La quinta, quella con le dita spezzate, sputò ed estrasse il pugnale con la mano sinistra.
Syrio Forel assunse la posizione da combattimento di tre quarti, la posizione del danzatore dell’acqua: minima superficie esposta al nemico. «Arya, piccola, per oggi la lezione di danza è finita » disse senza distogliere gli occhi dai Lannister. «Farai meglio ad andare, adesso. Corri da tuo padre.»
Arya non voleva lasciarlo, ma lui le aveva insegnato a fare quello che le diceva. «Rapida come un cervo» sussurrò.
«Difatti» confermò Syrio mentre i Lannister convergevano su di lui.
Arya si ritirò, la spada di legno ben stretta nel pugno. Guardando Syrio Forel, si rese conto che nelle lezioni lui aveva solo giocato con lei. I mantelli porpora gli andarono contro da tre direzioni diverse, acciaio in pugno. Avevano maglia di ferro sul torace e sulle braccia e placche d’acciaio a protezione del ventre cucite nei pantaloni, ma semplice cuoio sulle gambe. Inoltre erano a mani nude, e gli elmetti che portavano avevano il paranaso, ma erano privi di celata.

Syrio non aspettò che gli arrivassero addosso, ma ruotò a sinistra. Arya non aveva mai visto nessuno muoversi con altrettanta rapidità.
Deviò una prima spada con il suo bastone, ne evitò una seconda.
Sbilanciato, il secondo armigero finì addosso al primo. Syrio gli diede un calcio nella schiena e le due cappe porpora finirono a terra in un groviglio. La terza guardia andò all’attacco saltando i compagni e tentando un fendente alla testa del danzatore dell’acqua. Syrio si chinò al disotto della lama e rispose con un colpo ascendente. L’armigero cadde urlando, mentre una fontana di sangue sgorgava dalla rossa cavità dove prima c’era il suo occhio sinistro.
I due a terra si stavano rialzando. Syrio diede un calcio in faccia a uno e strappò via l’elmo all’altro.
L’uomo con le dita spezzate cercò di accoltellarlo. Syrio intercettò la lama usando l’elmo e colpì il ginocchio dell’aggressore con il bastone. L’ultimo mantello porpora andò all’assalto bestemmiando, e calò la spada lunga impugnata a due mani. Syrio deviò a destra, e il colpo del macellaio centrò in pieno l’armigero senza elmo tra il collo e la spalla, proprio quando ce l’aveva quasi fatta a rialzarsi. La lama scricchiolò tagliando cuoio e maglia di ferro e carne. L’uomo in ginocchio gridò. Prima che il suo assassino potesse liberare la lama, Syrio picchiò in diagonale, dritto al pomo d’Adamo. L’armato emise un grido strozzato e indietreggiò barcollando, le mani alla gola, la faccia che diventava nera.
In cinque gli erano andati contro. Quando Arya Stark raggiunse la porta sul fondo della sala piccola, quella che dava sulle cucine, in cinque erano a terra, morti o morenti. «Maledetti idioti» imprecò ser Meryn Trant, furibondo, sfoderando la propria spada lunga.
Syrio Forel assunse nuovamente la posizione di combattimento da danzatore dell’acqua. «Arya, mia piccola, è ora che tu vada.»
«Guarda con i tuoi occhi» le aveva detto. E lei vide: da un lato, il cavaliere in armatura bianca dalla testa ai piedi, gambe, braccia, gola, mani sigillate nel metallo, volto nascosto dall’alto elmo bianco, crudele acciaio nel pugno; dall’altro, Syrio Forel, giubbetto
di cuoio e spada di legno. «Syrio, scappa!» gridò.
«Il primo spadaccino di Braavos non scappa» le rispose mentre ser Meryn andava all’attacco. Syrio danzò lontano dal fendente, e il suo bastone divenne di nuovo un’ombra evanescente. Nel tempo di un battito del cuore, colpì il cavaliere alla tempia, al gomito, alla gola, e il bastone risuonò sul metallo dell’elmo, del guanto, della gorgiera.
Arya restò come cristallizzata. Ser Meryn avanzò, Syrio arretrò.
Intercettò il colpo successivo, sfuggì ruotando al secondo, deviò il terzo.
Al quarto fendente il suo bastone si spezzò in due, andò in frantumi e la spada penetrò fino al nucleo di piombo.
Piangendo, Arya roteò su se stessa e cominciò a correre.

[…]

Tutto quello che Syrio Forel le aveva insegnato prese a vorticarle in testa. «Rapida come un cervo.
Silenziosa come un’ombra. La paura uccide più della spada. Veloce come una vipera. Calma come acqua stagnante. La paura uccide più della spada. Forte come un orso. Feroce come un furetto. La paura uccide più della spada. Colui che teme di perdere ha già perso. La paura uccide più della spada. La paura uccide più della spada. La paura uccide più della spada.»
Stringeva la spada di legno tra le mani fradice di sudore e respirava a fatica quando raggiunse la base delle scale del torrione. Da che parte, adesso? Per un momento, rimase paralizzata. Su o giù? Salire l’avrebbe portata fino al ponte coperto, che superava il cortile piccolo e si collegava con la torre del Primo Cavaliere, ma quello era certo il posto dove loro si aspettavano che andasse. «Mai fare quello che l’avversario si aspetta» le aveva detto una volta Syrio. Perciò Arya volò giù per la scala a spirale, due, tre stretti gradini di pietra alla volta. Emerse in una cantina cavernosa dal soffitto a volta, con barili di birra ammucchiati gli uni sugli altri fino all’altezza di venti piedi. L’unica sorgente luminosa era una stretta finestra inclinata situata in alto nella parete. […]

Dalla serie tv della HBO: Arya Stark e il suo maestro di ... danza Syrio Forel  (fonte www.fanpop.com.jpg)
Dalla serie tv della HBO: Arya Stark (Maisie Williams) e il suo maestro di … danza Syrio Forel (Miltos Yeromelou)
(fonte www.fanpop.com.jpg)

[…] Ser Alliser gli aveva mandato contro due avversari altre volte, mai tre. Jon si preparò ad andare a dormire pesto e sanguinante, quella notte. Assunse la posizione da combattimento.
E d’un tratto Pyp fu al suo fianco. «Due contro tre vanno meglio » disse allegramente il ragazzo minuto.
Abbassò la celata e sguainò la spada. Prima che Jon potesse anche solo tentare un’obiezione,
Grenn venne a schierarsi con lui e Pyp. Tre contro tre.

Dalla serie tv della HBO: Jon, Sam e Pyp si allenano al Castello Nero. (fonte gameofthrones.wikia.com)
Dalla serie tv della HBO: Jon Snow (Kit Hurington), Sam (John Bradley),  Pyp (Josef Altin) e Grenn (Mark Stanley) si allenano al Castello Nero.
(fonte gameofthrones.wikia.com)

Nella piazza d’armi del Castello Nero era calato un profondo silenzio. Jon poteva sentire lo sguardo di ser Alliser piantato su di sé.«Che cosa aspettate?» Nell’apostrofare Halder, la voce di Thorne si era fatta ingannevolmente pacata.

Ma fu Jon a muoversi per primo. Halder riuscì a parare a stento.
Jon continuò l’attacco, costringendo l’altro ad arretrare colpo dopo colpo, tenendolo sulla difensiva. «Conosci il tuo avversario» gli aveva insegnato ser Rodrik Cassel. Jon conosceva Halder, brutalmente forte ma anche impaziente e intollerante se costretto alla difesa. Bastava frustrarlo un po’ e avrebbe finito con lo scoprirsi certo quanto è certo che il sole tramonta.

Il cozzare delle lame riempì il cortile mentre il combattimento avvampava attorno a lui e ad Halder. Jon bloccò un micidiale fendente alla testa e l’impatto delle spade gli si ripercosse per tutto il braccio. Picchiò duro contro le costole di Halder, ottenendo la ricompensa di un gemito di dolore.

Un contrattacco improvviso lo raggiunse alla spalla, la maglia di ferro scricchiolò, la fiammata di dolore si dilatò al collo, alla gola, ma fu proprio in quel momento che Halder si trovò sbilanciato. Jon gli entrò di taglio sotto la gamba sinistra e gliela spazzò: una bestemmia, uno schianto e Halder fu a terra.

Grenn reggeva bene contro Albert, applicando tutto quello che Jon gli aveva insegnato. Pyp invece era in difficoltà: Rast aveva venti libbre e due anni di vantaggio su di lui. Da dietro, Jon pestò dritto sull’elmo dello stupratore. Acciaio contro ferro in un urto che parve un colpo di gong. Rast barcollò, Pyp s’infilò sotto la sua guardia, lo abbatté e gli puntò la spada alla gola. Jon era già passato oltre, con Grenn.
Di fronte a due spade, Albert arretrò e disse la cosa giusta: «Mi arrendo!».
Ser Alliser Thorne osservò il tutto con aria schifata. «Questa farsa da guitti è andata avanti a sufficienza» fu il suo commento prima di andarsene. Lo spettacolo era finito.

Dareon aiutò Halder a rialzarsi. Il figlio dello spaccapietre si strappò l’elmo e lo lanciò a rotolare lontano, nella neve del cortile.
«Per un momento, sono stato certo di averti in pugno, Snow.»
«Per un momento, mi hai avuto in pugno» riconobbe Jon.

Sotto gli strati di cuoio e maglia di ferro, sentiva la spalla pulsare. Rinfoderò la spada e alzò il braccio per togliersi a sua volta l’elmo, ma il dolore lo inchiodò a metà movimento, facendogli digrignare i denti.
«Lascia. Faccio io.» La voce era perentoria. Grosse dita aprirono la fibbia del sottogola e sollevarono gentilmente l’elmo. «Ti ha fatto male?»
«Niente di nuovo.» Jon si massaggiò la spalla con una smorfia di dolore. Attorno a loro, il cortile del Castello Nero si era svuotato. […]

Dalla serie tv della HBO: Jon Snow e Grenn (fonte genius.com)
Dalla serie tv della HBO: Jon Snow e Grenn sotto gli occhi di Ser Alliser (Owen Teale)
(fonte genius.com)

La saga di George R. Martin “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” è fantastica e molto complessa, qui trovate i titoli dei singoli volumi:

https://it.wikipedia.org/wiki/Cronache_del_ghiaccio_e_del_fuoco

Potete richiedere il primo volume in una delle biblioteche del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani:

http://sbcr.comperio.it/opac/search/lst?q=il+trono+di+spade

Alcuni link con informazioni su autore, storia e sulla serie Tv che ha portato al successo le avventure degli Stark, dei Lannister e dei Baratheon!

http://www.georgerrmartin.com/

http://www.hbo.com/game-of-thrones/index.html